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Roberto Bracco (1861-1943) fu giornalista, novelliere e drammaturgo, autore di canzoni e soggetti cinematografici. Eletto nelle liste di Giovanni Amendola nel 1924, partecipò alla secessione dell'Aventino e fu uno dei pochi intellettuali italiani a non venire mai a patti con il regime fascista, pagando la sua coerenza ideologica con l'ostracismo nei confronti delle sue opere, e con il veto alla candidatura al premio Nobel per la letteratura proposta tra il 1922 e il 1926. Luigi Capuana giudicò le Smorfie gaie e le Smorfie tristi, pubblicate dall'editore Sandron all'inizio del Novecento e qui riunite in un unico volume, "tra i più splendidi prodotti dell'evoluzione della novellistica odierna in Italia". Con il saggio introduttivo «L'importanza di essere Roberto» di Marco Catucci.