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La storia di Anna Bigoni inizia così: "Quando all'inizio degli anni '60 i miei genitori decisero di andare in Australia in cerca di migliori condizioni di vita, io e mia sorella eravamo già nate, io avevo appena quattro anni e mia sorella due". La storia personale e la storia di un territorio indissolubilmente legate dove la bellezza della natura fa da contrasto con i disagi economici di una generazione costretta ad emigrare, per non rimanere impigliata troppo a lungo in quella guerra tra poveri che si combatteva ogni notte nelle lagune, tra fiocinini, guardie vallive ed anguille. Anna, pur intendendo il dialetto "laghese" che udiva in casa (ma interdetto dal padre) è conquistata dalla lingua inglese, scuola, amici, una nuova cultura, una nuova identità, un progetto professionale interrotto bruscamente dal ritorno in Patria, nel pieno dell'adolescenza. Il dramma cominciò invece quando il padre decise di rimpatriare, vinto dalla nostalgia, per ritornare nel paese natale situato nel bel mezzo del nulla. Una ferita che non si rimargina, addio agli amici, ai progetti di studio per una nuova difficile identità, una nuova lingua senza passione, un'estranea per i suoi conterranei. Questo è il primo libro di Anna, un libro pensato da tempo, che non poteva avere che due versioni, nelle due lingue madri. Vuole trasmettere la convinzione che la poesia guarisca l'anima ed aiuti a ritrovare quella sensibilità verso il nostro ambiente e le creature che con noi lo abitano.