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Con un piccolo libro, Biographical Memoirs of Extraordinary Painters, il ventenne William Beckford inventa un nuovo genere letterario, la biografia immaginaria, che sarà ripreso, tra Ottocento e Novecento, da scrittori eccentrici e geniali, come Walter Pater, Marcel Schwob e Alberto Savinio. Parodiando irriverentemente le vite d'artista compilate da eruditi e connoisseurs settecenteschi, Beckford propone con una verve ironica e indiavolata le gesta assai improbabili di sei pittori dai nomi improponibili. Ma le vite (e le morti) dei suoi artisti non sono un divertimento fine a se stesso: la scanzonata e godibilissima favola settecentesca è un elegante apologo sull'arte neoclassica e romantica narrato con maestria da un finissimo critico. Con il saggio introduttivo "Miti pittorici di un giovane inglese".