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"Non perdere un paese" è un libro di memorie così vive da ricadere sul presente con la velleità di volerlo mutare. Ma il presente fugge nel passato e noi possiamo cogliere solo l'attimo che per la sua pregnanza può valere un'eternità. I protagonisti Paolo e Cecilia nascono nello stesso paese, Fontana, nella Bassa padana: vi trascorrono la fanciullezza tra giochi, sogni, desideri, spensieratezze e difficoltà familiari. Con gli stessi ideali di volere migliorare il mondo e di rendere giustizia agli oppressi, da adulti fanno politica attiva, lui come terrorista a Genova, lei come femminista a Roma. Ma la Storia li assorbe e li stritola nel suo ingranaggio non meno della vita familiare. Il destino vuole che si incontrino dopo decenni a Roma e poi a Fontana, tanto adulti e tanto bambini da volere rivivere un momento di felicità fanciulla. Ma la notte così a lungo covata, desiderata, porterà sogni d'inferno ad ammonire che la vita non può mutare e che solo l'attimo di pura felicità è afferrabile.