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Composto da una cinquantina di racconti già pubblicati sui giornali e inseriti nella cornice di una località termale, "I 21 giorni di un nevrastenico" sono stati letti come una sorta di inferno dantesco, una parata teratologica beffarda, sarcastica, dolente e visionaria sulla condizione umana. Repertorio di crudeltà assortite narrate da tante Sheherazade nevrotiche, struttura narrativa a spirale o a imbuto con tonalità via via sempre più cupe fino allo spiraglio finale, libro ricchissimo di registri stilistici, invenzioni narrative, personaggi, sorta di compendio di comici orrori e atrocità che non hanno nulla di comico, i 21 giorni sono il trionfo della risata sul punto di sconfinare nella demenza (il vento d'ala dell'imbecillità), sulle bassezze, le infamie sociali, individuali e politiche, le perversioni, la follia, le ingiustizie dell'epoca di Mirbeau nella quale è facilissimo riconoscere anche la nostra.