Tab Article
La critica alla società operata da Carlo Michelstaedter è una delle più penetranti e radicali del Novecento. Egli ha infatti saputo denudare la società borghese a lui contemporanea, e qualunque altro tipo di organizzazione societaria, mettendone in luce patologie e contraddizioni e "vivisezionando" il rapporto dell'individuo con il mondo delle cose e degli uomini, per mostrare (di questa relazione) l'insita nullità e dell'una e dell'altra componente. A partire da questa analisi spietata, Michelstaedter approda a una concezione totalmente nuova delle relazioni interpersonali, fondata sul concetto di "persuasione", tesa a eliminare dalle radici la violenza e a realizzare la giustizia. Questa non consiste nello scambio reciproco di diritti e doveri, che implica necessariamente l'egoistica determinazione delle proprie affermazioni a scapito di quelle altrui e dunque la reintroduzione della violenza mascherata da concordia, ma nell'amore dell'altro per l'altro a cui tutto si dà e nulla si chiede. La domanda di giustizia di Michelstaedter sfocia così in una scelta etica al limite del possibile e il problema della violenza sociale trova soluzione solo nell'ambito della coscienza di ognuno.