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A chi osserverà la facciata di S.Martino con l'ausilio di questo testo, sarà possibile - indulgendovi con pazienza - rilevare la straordinaria varietà dei fregi, dei decori, delle figure che pur richiamando archetipi stilistici di base si svolge con sequenze inaspettate, con varianti di moto, di verso e di simmetrie che possono suggerire lo sviluppo di un campo polifonico raccolto in una partitura comune. Per descrivere adeguatamente queste differenze nell'unitarietà dell'opera, sono ostate usate le espressioni, le locuzioni e soprattutto i termini che le scienze naturali, e la botanica in particolare, hanno fatto propri, definiti in modo univoco e codificati.