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"L'Europa si costruisce - scriveva Jacques Le Goff nel 1993 -. È una grande speranza che si realizzerà soltanto se terrà conto della storia". L'Europa si costruisce, ma in questi anni abbiamo capito che si può anche distruggere. Anzi, forse è più facile distruggerla che costruirla. Molti si chiedono: cos'è l'Europa? Quando è nata? Quali sono i suoi confini politici e culturali? Esiste una società civile europea e, se esiste, può darsi una forma di governo democratica? È possibile la democrazia laddove mancano una lingua, un'opinione pubblica, una stampa e partiti politici comuni? La vicenda europea è in realtà solo la faccia di un prisma molto più grande. In pochi decenni siamo bruscamente passati da un "mondo di nazioni" a un "mondo di continenti", ancora diviso in nazioni, ma con confini sempre più porosi, che si restringono fino ad abbracciare piccole comunità locali e si allargano fino a cingere il mondo intero: viviamo, ormai stabilmente, in una melting-pot society dove quotidianamente si incontrano e scontrano persone con storie, lingue e culture diverse.