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L'esigenza di un'ascensione spirituale è preannunciata già nel titolo della raccolta e nella prima poesia, dove si parla di "sogno di cielo", di "fiamma che sale". Il poeta avverte in sé un tempo interiore, che non coincide col tempo misurabile, una realtà intima in cui vibra il desiderio di Assoluto, ma è ancora incerto e confuso nell'attesa della illuminante epifania. In una prospettiva religiosa ci si aspetterebbe il riferimento alla preghiera ma l'autore è prima di tutto un poeta e vede nella poesia la funzione propedeutica dell'ascesa. Ci richiama Platone che nella Bellezza, idea resa sensibile, la vedeva antesignana alla scoperta degli altri valori. E dunque un Dio personale quello che egli cerca, non lo accontenta il "Deus sive Natura", ma un Dio con cui parlare, da amare come persona. Poesia esistenziale e insieme religiosa, segnata da una angosciata ricerca che alla fine giunge alla mèta agognata, illuminandosi d'infinito. (Dalla prefazione di Silvano Demarchi)