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La Sapienza è un'interpretazione dell'Antico Testamento: un libro nuovo e poco considerato, forse perché è un «deuterocanonico». Sarebbe stato composto alla fine del I secolo a.C., verosimilmente quando Gesù era già nato. È l'ultimo libro dell'Antico Testamento: la sua novità e la sua forza derivano in larga misura da tale collocazione, che non è puramente cronologica, ma costituisce un ponte ideale con il Nuovo Testamento e testimonia quella trasformazione che sta sconvolgendo dall'interno la tradizione biblica prima della novità cristiana. Ed è chiaro perché sia l'ultimo: esso porta con molta dignità questa sua parte del più vicino al Nuovo Testamento tra i libri dell'Antico. Forse è la ragione determinante che ha spinto gli Ebrei a escludere la Sapienza dal canone della Scrittura Sacra.