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"Avete mai provato a fare una ricerca su Google utilizzando come parole chiave Sicilia e America? Vengono fuori centinaia di migliaia di siti, ma la cosa che salta subito all'occhio è che la stragrande maggioranza contiene riferimenti ai padrini di Cosa Nostra negli Stati Uniti, alla mafia italo-americana, al delitto di Joe Petrosino, ai legami tra le grandi "famiglie" siciliane e quelle di Oltreoceano. Giusto così, per carità, siamo tristemente famosi nel mondo per questo. Soprattutto per questo. Ma c'è un'altra Sicilia che il suo sogno americano se l'è conquistato sul campo con la fatica, il coraggio, il sudore, il talento. La Sicilia di chi è andato via per ritagliarsi un suo spazio nell'arte, nella medicina, nella ristorazione, nella moda, nello sport. Quella di chi ha deciso che restare soltanto per lamentarsi e per accusare una politica inadempiente era uno spreco. Tempo perso. In America non c'è più Little Italy, divorata dai cinesi, ma esiste una generazione di italiani - e siciliani in particolare - che si è imposta e non ha più alcuna ragione di nascondersi. E che valeva la pena di raccontare".