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La luce permea di sé ogni ambito della realtà fenomenica e costituisce forse lo strumento più formidabile disponibile in natura ed esperito dall'umanità per cercare di leggere gli aspetti cangianti e abitare la complessità del divenire esperienziale. Meno generosa tuttavia è la proposta conoscitiva di questi argomenti in prospettiva storico-archeologica, capace di inverare i mutamenti che luce e illuminazione hanno comportato nelle vicende antropiche e nella cultura materiale. Lungo questo crinale tematico si è mosso il percorso di ricerca indicato dal 'PRIN 2015-Luce crea Luce (prot. MIUR nr. 2015PX7BEY_002)', prediligendo un taglio interdisciplinare e trasversale, definito in complementarietà e disgiunzione tra antico e moderno. Così questo volume raccoglie l'esito del dialogo promosso tra saperi specialistici in riferimento al patto ecfrastico tra esigenza, soluzione, prodotto e fruitore della illuminazione (naturale e artificiale), che si attiva grazie alla condivisione e alla funzionalità di oggetti rivolti a una determinata attività, sistemati in ambienti e spazi definiti, suscettibili di distinti tipi di supporto materico e di combustibile, avvertiti secondo una cangiante percezione di forme e di soluzioni applicative. Tale visione da un lato ha permeato l'approfondimento di alcuni momenti della storia elaicola della Puglia, connessa a sua volta all'olio d'oliva quale combustibile d'elezione mediterranea nella tradizione plurimillenaria dei dispositivi per l'illuminazione artificiale; dall'altro lato ha permesso l'elaborazione di 'Ole@Exhibition', mostra didattica sulla civiltà dell'olivo e dell'olio nell'area pugliese tra l'evo antico e i primi lustri dell'Ottocento, periodo in cui la regione da atavico 'scolatoio di olio lampante tra montagna e mare' divenne uno tra i maggiori poli mondiali per la produzione e il commercio di olio d'oliva di finissima qualità.