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Questo libro è il ritratto esistenziale ed artistico di un uomo impossibile. Casanova, bisessuale e misogino, timido, arrogante e violento, spirituale, sentimentale e materialista, elegantissimo e triviale, avido e generoso, sublime e infame. E ancora: genio musicale e sfruttatore del talento altrui, innovatore e conservatore, blues e free, acustico ed elettronico, protagonista di tutti i capitoli della modernità, sempre dieci passi avanti a tutti gli altri - musicisti, pubblico, critica - che trascinava e turbava con le proprie illuminazioni, e che spesso cercava di schiacciare sotto il peso del suo delirio e delle sue contraddizioni. Non si può ripensare a Miles Davis, a più di dieci anni dalla scomparsa, se non sotto il segno della molteplicità. Un percorso umano e musicale la cui intricatezza lo avvicina ad altri tormentosi e crudeli geni del Novecento, come Charles Mingus o Igor Stravinskij, o anche, come intuì Duke Ellington, a Pablo Picasso: "puer aeternus", sempre fresco e vitale, capace di rinnovarsi e di stupire fino alla fine dei suoi giorni.