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Cani nelle vie di Medina, cani nel deserto, cani a guardia di malintenzionati o in corsa nella caccia, bardati di ricchezze inestimabili. Nel variegato mondo della cultura islamica classica, sufi, commercianti, asceti, adulteri, principi e beduini svolgono le loro attività quotidiane apprezzando le virtù di questo animale, ma consapevoli dell'ostracismo decretato nei suoi confronti agli albori dell'Islam. Cani e uomini si avvicendano così in un immaginario letterario e mistico, in cui il cane diventa compagno di asceti a un passo dalla realizzazione, e la metafora del suo mancato conseguimento.