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"Avere un occhio al dio dell'eterno e uno al mondo concreto in cui si vive, non è situazione facile. Ma un poeta resistente e vagabondo, antimilitarista, antinazista e antistalinista come Arghezi non può non avere nella sua sacca malandata un escamotage che sembra una soluzione - o viceversa. La sua è una poesia di entusiasmo e di sprezzo del pericolo. Perché fuori della casa della poesia il Mondo è davvero finito, la collera è non detta, l'amore è abitudine e il Grande Freddo si diverte ad arruolare eserciti indifferenti e analfabeti." (dalla Prefazione di Claudio Lolli)