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Apprezzato (e temuto) da Sartre, stimatissimo da Cocteau, sostenuto da Queneau e tenuto in grande considerazione da Robbe-Grillet, il Vian scrittore non ebbe mai il successo che meritava, e buona parte della sua opera è postuma. Ma fu considerato dal suo tempo come una sorta di eminenza grigia, uno stimolo per l'intero universo culturale parigino. Inventore di una prosodia letteraria "jazzistica" prima di Jack Kerouac, cantore di ballate antimilitariste prima di Dylan e di Joan Baez, anticipatore del teatro dell'assurdo, promotore di una "stampa alternativa" ante litteram, e critico musicale di spregiudicata preveggenza, Vian visse l'arte come un gioco. Il libro presenta un'ampia raccolta dei suoi scritti sul jazz.