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"Presentato come un Kammerspiel ad alta tensione, il dramma della ricerca di autenticità e del suo rapporto con le società strutturate, l'omicidio della bellezza e della conoscenza nel mondo contemporaneo come strumento di mortificazione della coscienza critica individuale e collettiva, sono gli assi portanti di questo 'Don Carlos', trattati con la luminosa inesorabilità di sguardo sulla nostra congiuntura epocale sopraggiuntami dopo la più tragica disperazione. Attraverso un testo 'aperto', innervato di inserti originali, la drammaturgia sfocia in dieci grandi dittici nei quali i personaggi si sfidano in singolari tenzoni costruite sulla possibilità o meno di essere nel mondo senza essere del mondo." (L'autore). Postfazione di Giulio Baffi.