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"La mostra che presentiamo nasce da un'idea, un'esigenza semplice: San Miniato è una città che ha una storia e un'identità, anche formale, tale che ne rende l'immagine che ne percepiamo forte, ma al tempo stesso, debole, stereotipata, parziale. Non è un problema di San Miniato, tante città della Toscana, compresa Firenze, soffrono di questa sindrome di visione: dei nostri paesaggi urbani se ne colgono sempre meno elementi, la visione, come in un invecchiamento organico si riduce ad un cono percettivo progressivamente ristretto, limitato agli elementi formalmente più evidenti. Abbiamo invitato tre fotografi che operano quotidianamente nella documentazione fotografica del nostro patrimonio culturale, collaborando con le istituzioni pubbliche ad esso preposte: hanno pertanto un occhio particolare, abituato all'osservazione meditata, a una lettura lenta di dimensioni nascoste ad altri osservatori. Sono visioni nuove dalle immagini solari, dense di colore, scomposte e ricomposte in una tensione quasi cubista di Ciuffardi dei luoghi più noti, alle visioni di luce che fugge, del sottile confine di luce fra il giorno e la notte di Lupi, alla storia di leggerezza e di vento di Garbari." (Saverio Mecca)