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Luigi Gedda (1902-2000) ha attraversato il XX secolo. Da protagonista fino agli anni Sessanta, da "emarginato" nei successivi quarant'anni. La guida dei Comitati Civici nelle elezioni del 18 aprile 1948 (uno scontro di civiltà che segna la nascita dell'Italia moderna), il presidente dell'Azione Cattolica dal 1952 al 1959, considerato "onnipotente" per la sua vicinanza a Pio XII, viene negli anni successivi messo in un angolo e su di lui si scaricano il livore storiografico e un'acredine tanto amara quanto persistente nel tempo. Ma lui non si ribella, accetta con grande umiltà il suo nuovo ruolo, continua a svolgere la sua professione medica, e soprattutto continua a guidare l'amata Società Operaia, l'associazione fondata durante la Seconda guerra mondiale. Questo studio illustra il ruolo svolto da Gedda nei diversi eventi che lo videro protagonista. Il lettore scoprirà un Gedda inedito, molto anticomunista e insieme impegnato per favorire il "ritorno" dei comunisti in seno alla Chiesa, molto capace nell'organizzazione e contemporaneamente consapevole che solo una dura formazione e una profonda spiritualità permetteranno la crescita di una classe dirigente.