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L'annotazione non è nient'altro che un'intersezione problematica all'interno del flusso del linguaggio, dei pensieri, della varietà ininterrotta delle visioni che ci accompagnano. È un momento in cui la nostra vita s'intreccia con qualcosa che vorremmo isolare dal suo fluente concatenamento per sentirla in tutta la forza della sua sovrapposizione, del suo ribadirsi tautologico per essere così com'è. Considerare come possibile il gesto dell'annotazione, ovvero l'uso di un carnet, significa ritornare a spirale sulla questione di quale sia l'intreccio per noi indecidibile tra l'inganno e la realtà. Annotazioni occasionali, appunti di viaggio, brandelli di autobiografia interrotta, intuizioni, resoconti di sogni scritti con impellenza, fotografie e disegni presi come annotazioni, pensieri a occhi aperti, descrizioni e osservazioni dirette, rimuginamenti, soprappensieri... e tutto quanto non è l'"opera" definitiva sono il contenuto di questo volume: dai disegni della Luna di Galileo Galilei alla pratica quotidiana dell'annotazione di Gianni Celati, passando per il Taccuino rosso di Paul Auster, la fotografia di Vivian Maier o di Daniel Blaufuks, il cinema di Wim Wenders o di Sylvain George, nonché estratti dai "carnet" di Luca Patella, Marco Belpoliti, Antonella Anedda.