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"Tutto, in questa nuova raccolta di Massimiliano Mandorlo, sembra fondato sul principio dell'omologia tra organismi diversi, tra il mondo dell'animato e dell'inanimato: miriadi di grattacieli 'bucano / il costato aperto' di New York, che appare al poeta come 'crocifissa / nel nero bitume'; la stazione Centrale di Milano è come il 'ventre oscuro' di un'immensa balena; 'arterie grandiose' pulsano 'nella dura scorza minerale'. Ma il poeta non si ferma qui: le sue immagini sono figure, portano in sé la fede di un fuoco rigeneratore che brucia, di una luce prodigiosa che redime: sul 'ventre d'acciaio' delle viscere della metropolitana si abbatte, all'improvviso, 'il presente / con la sua forza azzurra / di fiume imprevedibile'; uno stesso abbraccio 'dà forza' all'acqua, 'muove' la pietra; i migranti colano a picco 'piantando le braccia / la croce / nei bianchi abissi del mare'. In questo libro tutto impregnato dei simboli della resurrezione, anche le rocce 'sepolte in montagne di buio e gravità' sono destinate a riemergere in 'pareti di luce'. Con una lingua che ha in sé gli accenti visionari della tradizione mistica e scritturale, il poeta vede 'la pietra liberata, / la terra esplodere / dalle sue crepe ferite / come un canto'. Tra stasi e divenire, buio e luce (parola-chiave, insieme a 'pietra', del libro, con la quale condivide il maggior numero di occorrenze), la città dell'uomo di agostiniana memoria pare sprofondare 'nell'eterna / battaglia del presente', riemergendone solo nella comunione con i morti-dormienti, e nel nome di Colui che da sempre conosce 'gli altipiani ventosi' del cuore. Perché anche il cuore è pietra, e come la pietra conosce 'la doppia ricchezza / di gloria / di gloria / ed erosione'. Nel segno di una poesia di forme essenziali e di apocalittica tensione, Massimiliano Mandorlo sa rielaborare nella sua lingua scheggiata e sofferente la grande lezione dell'ultimo Luzi: nel 'viaggio / terrestre' evocato esplicitamente verso la conclusione del libro, è già compendiata una metafora di vita, e una idea di poesia come forza rigeneratrice e trasformatrice del cuore umano." (G.P.)