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I seminari zurighesi di Carl Gustav Jung su "Così parlò Zarathustra" (1934 1939), un immenso commento al capolavoro di Nietzsche che si estende negli anni bui della storia della nostra civiltà, sono la testimonianza più importante e più corposa del lungo e tormentato confronto fra lo psicologo svizzero e il filosofo tedesco. Si tratta di un documento storico sui generis, un formidabile specchio di proiezione dell'epoca che rende leggibili i sintomi di una crisi culturale profonda, richiamando gli spettri dell'irrazionalismo e le ombre irredente del Terzo Regno. Nella visione di Jung Zarathustra non solo anticipa il crollo mentale del suo autore, è anche profeta della follia collettiva dell'Europa nazista, nonché precursore di una nuova psicologia che si apre all'inconscio collettivo. Alla lucida follia di Nietzsche e al suo progetto della "grande salute" dionisiaca Jung risponde con il titanismo medicalizzante dello psicoanalista, con un tentativo di cura che viene travolto e stravolto dalla sua stessa ricerca delle origini nel Wotanismo che irrompe sullo scenario storico. Il tentativo di Jung di farsi strada nelle patologie del fenomeno nazista riempie di simboli, mitemi e archetipi la voragine aperta dalla crisi del cristianesimo. Apertura coraggiosa e dichiarazione di impotenza di fronte alla follia collettiva segnano così il compito incompiuto della psicanalisi. Il volume nasce da una serie di incontri interdisciplinari tra psicologi, filosofi e germanisti...