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Seguendo le tracce della straordinaria avventura di Jung nei luoghi del sogno, del mito, dell'arte, dell'alchimia, questo libro ci accompagna "nel regno dell'immaginazione" e ci propone il nòcciolo del pensiero dello psicologo zurighese: la restituzione della facoltà immaginativa al suo pieno potenziale cognitivo e trasformativo. È questo punto nevralgico che la ricerca di Jung si connette a quella prospettiva del pensiero contemporaneo che fa capo alla tradizione "immaginale", impegnandosi a rifondare l'alleanza tra uomo e mondo proprio attraverso l'immaginazione creatrice, come legante e luogo di radicamento di tutto e di ciascuno. Artefici di questa operatività "immaginatrice" nella modernità sono gli artisti, che nelle loro opere offrono l'esempio compiuto o in divenire di una ricucitura tanto più necessaria quanto più il lacerarsi dell'esperienza umana della realtà avanza in una progressione disperata e distruttiva. Tentare di fecondare con questo sapere salvifico la cultura pedagogica contemporanea è un compito arduo, un'opera di trasformazione che può e deve essere nutrita della ricerca di autori prodigiosi e liberatori come Jung. Un autentico maestro, come emerge dalle pagine appassionate dell'autrice, capace di attenuare l'isolamento tragico di un'umanità sradicata e perplessa e di restituire anima e vita all'architettura immensa e articolatissima di una realtà molteplice, integra e generosa.