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Una raccolta di versi che restituisce, nella continuità delle immagini, dei temi e della struttura (novanta poesie divise in tre sezioni), la densità luminosa e metaforica della poesia di Elena Petrassi. Pensato secondo una linea di ascesa verticale, che conduce dal buio di una stanza notturna alle spighe della prima luce, dal fiammeggiare del meriggio all'opera del fuoco e del vento, dei cieli e delle rose, questo libro pare voler dire che ogni sensazione, ogni visione naturalistica, ogni aspetto della vita quotidiana è sempre una porta verso una percezione più alta, che è compito della poesia se non spalancare - almeno dischiudere. E proprio di pensieri sulla poesia s'innerva la terza e conclusiva sezione, dopo le sequenze amorose che marcano in gran parte le prime due: componimenti che toccano, per virtù di immagini e di fulminanti annotazioni, la natura della parola; la sua forma percettiva; il suo volgersi al silenzio; il destino - spesso doloroso, spesso votato all'incompiutezza e all'oblio - di chi scrive.