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Il "lago" è quello di Como, visto attraverso gli occhi attenti di un suo profondo conoscitore, interessato tanto agli aspetti più noti e appariscenti (le ville, i giardini...) quanto a quelli più quotidiani e segreti (i viottoli, la vita, il lavoro...). Un testo sospeso tra storia e poesia, tra racconto e analisi, diretto sia alla valorizzazione di quanto di autentico il lago conserva tuttora, sia alla denuncia dei rischi di snaturamento e rovina. Un lago percorso senza fretta e illustrato da una voce in sottofondo: "Nessun viaggio come quello che tu potresti fare sul lago di Como ha così poco bisogno di una guida, né scritta né tanto meno parlante: casomai basterebbe qualche "avviso" per non trascurare tutte quelle cose che in genere non si vedono o vedono solo i vagabondi (ossia i veri viaggiatori) e quelli che perdono abitualmente la strada; le sponde del lago potrebbero essere tappezzate da questi segnali.