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Raggiungendo la Palestina dall'Inghilterra, Chesterton risale il corso della storia, indagando la natura profonda del contrasto che oppone Oriente e Occidente, lo spirito del cristianesimo e quello dell'islam. A Gerusalemme, nel cuore di una terra attraversata anche allora da forti contrasti ma ricca di inaspettate opportunità di confronto, l'autore contrappone l'autenticità religiosa e la fede sincera dei suoi abitanti di diverse confessioni allo sterile agnosticismo, all'indifferente materialismo e allo spietato opportunismo politico dei suoi tempi. Dalla città prende poi spunto per una brillante apologia delle Crociate, da molti giudicate (ai suoi tempi come ai nostri) una dimostrazione dell'aggressività occidentale e non piuttosto della fede e degli ideali di tanti valorosi combattenti, che si opponevano al dilagare degli eserciti musulmani. Analizza infine il problema ebraico, che "molti anni prima della nascita dello stato di Israele" è già oggetto di dibattito e di contrasti. Il suo giudizio lucido e disincantato, talvolta apertamente provocatorio, lascia però intravedere una profonda speranza nell'uomo e nella possibilità di una soluzione equa.