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L'esperienza della fede si alimenta e trae il suo fondamento da una rottura, da una crisi. Lo testimonia ognuna delle figure prese in esame in questo volume: da Ungaretti a Teresa di Lisieux, da Carlo Carretto a Ivan Illich, da Tarkovskij a Bobbio, a Kavafis. Perché il dolore? Perché il male? Esiste un senso per quello che sto vivendo? La fede si sperimenta a un passo dal mistero del nulla che sembra stringere molte delle storie di questi personaggi, così simili alle nostre, quando si tratta di fare i conti con le grandi domande che, come tante croci, si affollano lungo i sentieri dell'esistenza. Ecco il motivo per il quale è necessario interrogare la fede, e a questo ci introducono i tanti vissuti spirituali descritti nel libro: cogliere il discrimine tra essere e niente sul quale sono poste le nostre vite e, a un passo dalla resa, scoprire dentro di sé quella ragione in più che ci fa credere e scegliere di abbandonarci a Dio. Come se la vita, ogni vita, dovesse attraversare la sua notte, e in questo confronto con il buiopotesse fare esperienza di un Dio che viene a donarsi con più chiarezza proprio nel contrasto con l'oscurità, con l'incertezza e con l'assoluta inevidenza.