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"Ripubblicato a più di cinquant'anni dalla prima edizione, 'Un giorno della vita' ha un sapore letterario del tutto originale. Il titolo rinvia ai versi finali di una poesia di Mario Luzi, Come tu vuoi: 'È un giorno dell'inverno di quest'anno, / un giorno, un giorno della nostra vita'. Il suo senso profondo va tuttavia ben al di là della citazione-omaggio. In un'intervista del 2001, Orelli ricordò di aver sempre pensato che l'idea che si nasce, si vive, s'invecchia e poi si muore era troppo scontata e non confortava la sua mente. 'Inclino invece a pensare' diceva 'che ogni giorno in qualche modo contiene tutta la vita, e va dunque vissuto con attenzione a se stessi e alla realtà'. Raccontare 'un giorno della vita' avrà dunque voluto dire per Orelli concentrare in un breve spazio quanto accade di sperimentare, in gioie e dolori, nel corso di un'intera esistenza. La poesia di Orelli ha influenzato almeno un paio di generazioni dopo la sua e continua a essere letta e studiata. Ci si potrebbe chiedere allora quale sia stato l'influsso, visibile o sotto traccia, di questo tipo di racconto e soprattutto di questa sua scrittura 'gustosa, lievemente eccitata dal suo piacere inventivo, nitida e precisa e sempre imprevista' (Bilenchi e Luzi). Come che sia, 'Un giorno della vita', che Giorgio Orelli avrebbe voluto riscrivere e rielaborare, è oggi un libro ritrovato, e restituito ai suoi lettori, vecchi e nuovi. E questo è quello che più conta." (dalla postfazione di Pietro De Marchi)