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Gruhl padre e figlio sono in carcere; è in corso un processo contro di loro. In un pomeriggio d'inizio autunno, lungo una strada di campagna, hanno dato fuoco a una camionetta della Wehrmacht, si sono seduti lì accanto e hanno cantato e brindato battendo le pipe. Un gesto quasi artistico di ribellione, di provocazione antimilitarista. Li aspetta una punizione esemplare? L'ostracismo della comunità? Assolutamente no. La falegnameria dei Gruhl ha arredato le case di tutto il paese, concedendo dilazioni di pagamento a volte infinite, escogitando soluzioni geniali per infilare una panca o uno stipetto, venendo incontro alle esigenze più bizzarre. Non c'è quasi nessuno, nel circondario, che non provi per loro gratitudine e simpatia. La figlia dell'oste della Terrazza sulla Duhr, la trattoria migliore della zona, portando i pasti ai prigionieri, si intrattiene più del dovuto con il giovane Gruhl, e presto annuncia ai genitori di essere in dolce attesa. In fondo, nessuno ha voglia di soffermarsi più di tanto sul gesto eccentrico dei due artigiani: c'è altro a cui pensare, le beghe tra vicini, la viabilità da migliorare, piccole e grandi rivalità. Il caso Gruhl viene assegnato a un giudice bonario sulla soglia della pensione, i giornali quasi non ne parlano. Di fronte a un piatto di camembert guarnito di paprika e cipolle, e a un buon bicchiere di vino rosso, il deputato liberale consiglia all'amico, direttore del "Messaggero della Duhr", "Cerca di star lontano dal caso Gruhl"...