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Un solo libro di poesie pressoché inosservato, un romanzo dattiloscritto, inediti poetici abbandonati nel disordine. In molti sensi quella di Vittorio Reta, suicida a trent'anni nel '77, è un'esistenza mancata. Lo scopo di questo libro è operare una restituzione: seppure, forzatamente, virtuale. La breve vita di Reta fu segnata da un profondo disagio psicologico, destinato ad acuirsi con la folgorante attrazione per Patrizia Vicinelli, altra tragica protagonista di questa generazione perduta. Centrali nella sua poesia i temi della corporeità, dell'identità personale, del viaggio: biografico o puramente immaginario. Malgrado Edoardo Sanguineti abbia scritto che le cento pagine di Visas sono "la cosa più importante che un poeta nuovo ci abbia dato, in questi anni Settanta", Reta è stato a lungo dimenticato: la quasi totalità del ricco corpus poetico inedito è rimasta tale fino a questa edizione restaurata da Cecilia Bello Minciacchi, che firma anche un saggio introduttivo ricco di novità biografiche e implicazioni analitiche. All'omaggio partecipa il grande contrabbassista e compositore Stefano Scodanibbio col suo "Visas per Vittorio Reta" eseguito da l'Arditti String Quartet.