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Nelle ricerche contemporanee, i gemelli offrono un punto di vista privilegiato per provare a tracciare una possibile linea di demarcazione tra ciò che dipende dalla "natura" (dal patrimonio genetico) e ciò che è invece prodotto dalle condizioni ambientali e socio-culturali. Ma già nel Medioevo i gemelli avevano attirato l'attenzione di medici e maestri universitari per la possibilità di avvalersene come banco di prova per i propri modelli teorici. Il volume si propone una prima ricognizione dei dibattiti medievali sui gemelli, tenendo conto dell'intersezione tra istanze epistemologiche diverse: mediche, morali, filosofiche e teologiche. I gemelli permettono in effetti ai medievali non solo di ripensare le teorie sulla generazione umana ereditate dal mondo greco-romano, ma anche di valutare le pretese scientifiche di discipline come la fisiognomica e l'astrologia, di indagare il modo in cui la grazia diversifica la natura, e di testare (soprattutto attraverso la teratologia e i casi di gemelli congiunti) una serie di ipotesi sull'irripetibilità delle complessioni, sull'unicità o pluralità delle forme nel composto umano e sulla costituzione dell'identità individuale.