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L'autrice ricostruisce il contesto nel quale vissero le prime generazioni di discendenti dei valdesi calabresi sopravvissuti alla strage del 1561 e costretti ad abiurare. Il libro descrive i modi e i tentativi di resistenza al completo assorbimento nella società più ampia adottati da una minoranza "ridotta" a vivere in un contesto sociale, politico ed economico ostile. Attraverso lo studio di una ampia gamma di fonti si ricostruiscono le strategie per conciliare il mantenimento dei propri tratti originari con l'adattamento alle continue pressioni all'omologazione esercitate dall'ambiente circostante. Si analizzano la capacità di inventare escamotage per resistervi, le forme di negoziazione e di compromesso con i poteri locali, l'abilità nel giostrare fra gli interstizi normativi e i conflitti fra i poteri baronali e il ceto ecclesiastico, la tenacia nel voler sopravvivere in quanto gruppo. Al centro dell'indagine stanno la natura e la specificità dei meccanismi di funzionamento di una società di antico regime in un arco di tempo in cui, nel Mezzogiorno d'Italia, la crisi economica e politica aveva indebolito i nuclei dissidenti, giungendo talvolta ad annullarli definitivamente.