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La presenza umana tra l'Appennino e la valle del Po nel VI secolo a.C. ha costituito a lungo un «mal noto episodio», a causa dei caratteri elusivi delle sue testimonianze funerarie. I sepolcreti emiliani del periodo arcaico, emersi dal terreno fin dalla seconda metà dell'Ottocento, avevano attirato l'attenzione di generazioni di peletnologi ed etruscologi, senza però essere stati oggetto di indagini sistematiche. La recente scoperta di nuovi nuclei di tombe, in occasione dei lavori per il tratto Alta Velocità Milano-Bologna, ha indotto a riconsiderare il problema nella sua interezza, impostando un catalogo di siti e corredi funerari. Il loro inquadramento complessivo ha poi offerto l'occasione per una discussione delle diverse tipologie di materiale, e per una più ampia riflessione sui modelli interpretativi storico-sociali.