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Da secoli le Centurie fanno la gioia degli enigmisti, la disgrazia di interpreti incauti e la fortuna di alcuni esegeti. Coacervo di immagini folgoranti, simboli arcani e allusioni sfuggenti, formano un insieme in apparenza inestricabile, con diversi possibili livelli di comprensione. Ma chi fu davvero il loro autore, quale vita si nasconde «sotto 'l velame de li versi strani»? Nostradamus nasce in Provenza nel 1503. Il Rinascimento è al suo apogeo e si può ben dire che la storia dell'Europa coincida con la storia del mondo. L'umanesimo filosofico e letterario permette il recupero delle antiche radici, mentre le esplorazioni, i viaggi, i commerci consentono di incontrare altre culture, di acquisire e diffondere nuove conoscenze scientifiche e tecniche, di permeare il mondo dei propri valori. Nostradamus è espressione di questa civiltà: medico, «astrofilo», come egli stesso amava definirsi, alchimista, esperto farmacista, viaggiatore poliglotta e instancabile, e anche uomo pieno di spirito, gaudente (morì di gotta), autore di almanacchi e ricette culinarie per le casalinghe del XVI secolo. Consapevole dei corsi e ricorsi della storia, più che prevedere, Nostradamus si sforzò forse di dedurre ciò che la ruota del tempo avrebbe generato. All'avanguardia rispetto ai contemporanei, seppe mascherare bene le sue idee anticonformiste, pericolose in un'epoca in cui continuava a operare la Santa Inquisizione. Al di là di tutto questo, resta però vero che le Centurie trasmettono, pure al lettore più scettico e prevenuto, una inquietudine sottile e persistente, che è divenuta anche più penetrante in questi anni tempestosi e che è impossibile ridurre a semplici meccanismi razionali.