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Il suolo di Francia contiene un immenso gioco dell'oca, che si sviluppa a spirale e le cui "caselle" sono contrassegnate da monumenti megalitici, posti in luoghi che portano ancora il nome del dio Lug e della sua paredra Lusina, la Melusina della leggenda. In quelle località il terreno possiede degli strani poteri in grado di influenzare la vita degli uomini. Sono i resti di un'antichissima civiltà molto evoluta, scopritrice dell'agricoltura e dell'allevamento, che fu introdotta, ai tempi del diluvio universale, da un popolo di grandi dimensioni - i "giganti" delle fiabe. Di quella civiltà alla base di tutte le successive - e di quei saperi restano alcune tracce, che costituiscono i residui della Tradizione e che sono tuttora visibili, sotto forma di simboli, nelle piramidi, nei templi greci e nelle cattedrali. L'autore, grazie a uno studio scrupoloso e a un'accurata documentazione, anche geografica, arriva a sostenere la tesi di un Occidente europeo, tra Mesolitico e Neolitico, altamente civilizzato, in netto contrasto con quanto affermato dagli studiosi tradizionali, che lo vorrebbero primitivo e popolato da ominidi vestiti di pelli e a caccia di uri. Nel segno di un'unità primigenia, i dolmen, i menhir e i cromlech sono accostati a Cheope, Chefren e Micerino, al Partenone, a Santiago di Compostela: tutte testimonianze di quell'origine comune che lega il nostro continente, e forse anche gli altri, a un unico, grande popolo, quello degli Atlanti.