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A Venezia il Rinascimento si avvia sulla spinta di una straordinaria congiuntura che coinvolge lettere e arti e vede protagonisti grandi artisti che mettono in scena una pittura innovativa e moderna. Dipinti, disegni e incisioni diventano lo specchio dell'intrecciarsi di committenze colte, fatti figurativi e nuove istanze culturali che contraddistinguono il ricchissimo contesto veneziano. Soffermandosi su alcuni degli snodi cruciali del nuovo corso della pittura lagunare, questo saggio prende le mosse dai primi anni di attività di Lorenzo Lotto per far affiorare le radici intellettuali dell'immaginario del pittore e dei suoi contemporanei, chiamando in causa gli ambiti dell'ermetismo filosofico-religioso, la cui diffusione è favorita in area veneta dalla capillare circolazione di testi a stampa. Sospinte in primo piano si trovano le risposte più innovative del dipingere moderno: le enigmatiche e impenetrabili opere di Giorgione, l'oscuro ritratto di Luca Pacioli e un discepolo, le rivoluzionarie stampe di Albrecht Dürer, capolavori assoluti messi a confronto con i dipinti più simbolici e discussi di Lotto. Attraverso l'analisi di un ampio e raffinato apparato iconografico e di estese citazioni dai testi sono esplorati luoghi, contesti, committenze e occasioni che hanno contribuito alla formazione dell'ermetismo rinascimentale, tratteggiando un sorprendente e articolato excursus storico-critico tra arte e filosofia, astrologia e medicina, magia e alchimia.