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Marguerite Duras, narratrice, ma soprattutto artista 'a tutto tondo', intellettuale nomade e inquieta, capace con la propria personalità di sconvolgere le convenzioni e di contaminare i generi, forgiando un universo assolutamente inimitabile, emerge come figura chiave del Novecento nei diversi contributi raccolti in questo volume. La forma letteraria e - in particolare quella romanzesca, il teatro, il cinema, nelle loro varianti codificate e, apparentemente, immutabili, diventano script, cineromanzo, testo teatro film ecc., abilmente scomposti e rivisitati dall'autrice di opere di grande tensione simbolica come Un barrage contre le Pacifique o Le ravissement de Lol V. Stein. Una sperimentazione aperta e stratificata, che avviene nel segno di una continuità esistenziale intessuta di echi e di rimandi di vario genere e che trova la propria ragion d'essere nell'indagine su un soggetto umano che si presenta come costitutivamente frammentato, disarticolato, scisso, nello scandaglio di una realtà storica mutevole e incompiuta, dove abbondano vuoti, assenze, rimpianti. A poco più di dieci anni dalla morte della Duras, i saggi qui presentati, oltre ad esaminare criticamente singoli aspetti della sua opera, la proiettano sullo sfondo più vasto delle pratiche letterarie e artistiche contemporanee.