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Nell'attuale fase di transizione dell'economia e della politica appare sempre più difficile fare riferimento ad un "modello veneto" dai contorni univoci, mentre nell'opinione pubblica e nei media continua piuttosto a prevalere il richiamo ad un contesto più ampio, quel Nordest evocato negli anni Novanta da un acuto osservatore come Giorgio Lago. I diversi contributi raccolti nel volume, esito della comune riflessione di storici, economisti, sociologi, ma anche di protagonisti del mondo dell'impresa e della vita pubblica, riescono tuttavia a tratteggiare e a sviluppare una serie di peculiarità "venete", un insieme di caratteri e di tendenze che emergono a partire dalla descrizione di un quadro regionale irriducibile ad aree affini come il Trentino e il Friuli e in cui coesistono, per esempio, una storica capitale insulare come Venezia e una terraferma caratterizzata da un fittissimo reticolo di centri urbani e di realtà produttive. Ricostruire una adeguata coscienza storica, rielaborando epoche e avvenimenti, prodigiose trasformazioni e occasioni perdute, è la premessa necessaria per poter delineare meglio le sfide che la classe dirigente veneta sarà chiamata ad affrontare nell'immediato e per avere una concreta possibilità di governare con basi solide gli attuali scenari della globalizzazione.