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L'inferno dentro è la storia di italiano e delle colpe commesse durante la sua collaborazione con il nazifascismo a Berlino e a Trieste. Ludwig - questo lo pseudonimo scelto - emigra come medico da Trieste a Berlino agli albori del regime hitleriano per sperimentare e applicare gli studi sulla genetica a fini razziali. Nel 1943, dopo la caduta di Mussolini, rientra in Italia per aderire alla Repubblica di Salò e collaborare con il nazismo nella Risiera di San Sabba a Trieste, unico lager italiano dotato di un forno crematorio utile a sopprimere gli oppositori del regime fascista, fossero questi italiani, stranieri, partigiani, prigionieri politici, omosessuali, zingari o ebrei. Il libro di Gentili ricostruisce così la storia di questo carnefice che riporta alla luce fatti e persone di una guerra ormai lontana, ma ancora troppo vicina per essere dimenticata. Morto da alcuni anni, mai pentito, ha vissuto sempre a cento metri dalla Risiera di San Sabba. Gentili, affrontando la sfida terribile di calarsi nell'inferno dell'anima di un carnefice, di rendere esplicito il modo in cui la «gente normale» giustifica a se stessa i crimini più atroci, spiega (attraverso l'emblematicità di un caso personale) con paurosa chiarezza l'unicità della Shoah e il suo ambiguo legame con la cultura europea.