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Gli abitanti della Frontiera nordoccidentale dell'India, i pathan, erano un popolo dedito alla vendetta e alle faide tribali. Il potere imperiale a Delhi e a Londra li considerava dei selvaggi e pertanto riteneva lecito privarli anche dei diritti più elementari. Ciò nonostante, essi divennero l'"esercito dei khudai khidmatgar", i servi di Dio, centomila resistenti nonviolenti dalla sgargiante camicia rossa. Come ebbe a dire Gandhi, "Badshah Khan ottiene dai suoi seguaci, volontaria obbedienza. Non ha che da parlare, ed essi eseguono. La sua nonviolenza non è opportunistica. Vi mette tutto il suo cuore. Coloro che ne dubitano provino a vivere con lui come ho fatto io per cinque preziose settimane e le loro perplessità si dissolveranno come la rugiada al sole del mattino". Eknath Easwaran ripercorre, in modo narrativo, ma accuratamente documentato, la vita, i pensieri, gli incontri, le avventure e la profonda amicizia con Gandhi dello straordinario personaggio che riuscì a dare vita a questa rivoluzione nonviolenta: Badshah Khan. Dal 1919, quando aprì la sua prima scuola a Utmazai, egli ha servito, riformato e resistito alla tirannia inglese per più di settant'anni. Di tutti i brillanti leader che circondavano Gandhi, Badshah Khan era chi aveva meglio intuito la statura e il messaggio del maestro e che metteva in pratica tutti gli aspetti del suo insegnamento.