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In questo saggio James Rachels esamina le idee e le assunzioni che stanno alla base di una delle più importanti regole morali, quella che vieta di uccidere. L'uccisione di un essere umano solitamente è condannata, ma in alcuni casi l'etica medica permette alcune significative eccezioni. Esiste il mero vivere in senso biologico e l'avere una vita dotata di significato. E la deontologia medica considera una eutanasia attiva e una passiva. La distinzione tra esse, delineata nell'opera, è considerata cruciale e accettata da molti medici: l'idea secondo cui sia lecito, almeno in alcuni casi, sospendere la terapia, ma che non sia mai permesso intraprendere qualsiasi azione diretta per porre fine alle sofferenze del paziente, altro non è che l'eco di una tradizione culturale ormai discutibile. Il libro affronta questa tradizione proponendo un'alternativa filosofica.