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Il Garibaldi del mito lo conosciamo tutti: spada al fianco e sopra un piedistallo di marmo. Non tutti sanno che era un pozzo di contraddizioni. Un pacifista che faceva la guerra; un avversario della pena di morte che ordinava di fucilare i disertori; un emancipatore delle donne e allo stesso tempo un incallito sciupafemmine; un animalista che andava a caccia, e molto altro ancora. In questo libro si parla di un uomo prima che di un eroe. Non le gesta note a tutti, ma i gesti, la quotidianità, il privato di un uomo tutto sommato schivo, restio, se non addirittura introverso, diviso fra le impetuose cavalcate di guerra e la quiete idilliaca di Caprera.