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Al talento e al successo in vita di un artista non sempre fanno seguito il riconoscimento del suo valore e l'ammirazione per le sue opere dopo la morte. È il caso di Giovanni de Macque (Valenciennes, 1550 ca. - Napoli, 1614): se, da un lato, la naturale evoluzione del gusto e le trasformazioni dello stile musicale hanno comportato, come per tanti musicisti del suo tempo, un comprensibile oblio presso le generazioni successive, dall'altro lo scarso interesse per la sua figura e la sua produzione da parte della musicologia contemporanea appare macroscopico, sol che lo si rapporti all'evidente qualità artistica della sua opera. Una spiegazione sta forse nella sua fluttuante collocazione territoriale e culturale: Macque era di origine fiamminga, essendo nato in una cittadina che però, se allora faceva parte dei Paesi Bassi spagnoli, con la pace di Nimega (1678) passò alla Francia; ma la sua brillante carriera si svolse tutta in Italia, tra Roma e Napoli.