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Protagonista è il primo agonista. Così l'idea può andare. Ma se si intende uno che a tutti i costi vuole occupare la scena senza alcun diritto o qualità, allora - lo si dice, no? - è puro e semplice protagonismo. In buon milanese, questo tale non è un protagonista ma un baüscia! Il primo agonista è Cristo perché entra come Il Primo nell'Agone. Egli è nell'Agone Glorioso dall'Eternità: dalla stessa fondazione del mondo (Ap 13,8). Come noi entriamo in questo agone? Stando nella scia di Cristo vittorioso (Seguimi! Gv 21,22): lì si è certi della vittoria (Gv 16,33), ma non si vede nulla se non le spalle di Cristo. La fede è questo trascinamento, coinvolgimento nella scia di Cristo vittorioso (1 Gv 5,4). E' proprio in questa «scia» che sta il segreto della invisibilità e della certezza della fede. E' ciò che Dio aveva detto a Mosè, per indicare l'esperienza della sua Gloria: vedrai le mie spalle (Es 33,23).Questa certezza nell'invisibile affidamento è la fede teologale. Entrare nella scia e nell'agone di Cristo non significa entrare da violenti nella violenza, ma entrare nel dolce giogo che assimila alla leggerezza di un atleta divino. Lo scenario dell'anima cristiana è il luogo dell'agone e il contemplativo è l'atleta assimilato a Cristo: il Primo Agonista. Occorre un capovolgimento psichico per accorgerci di ciò che sta alle spalle del meraviglioso e del tempo. Lì l'anima si atteggia simbolicamente come balena che contempla la profondità, come passero ricercatore, come delfino studioso e come aquila che contempla dall'alto. Si deve cominciare a passeggiare nel microcosmo che è