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Una donna, prigioniera rivoluzionaria accusata di un efferato delitto, un soldato, che ha disubbidito all'ordine di ucciderla per permetterle un regolare processo davanti alla corte marziale, un giudice scrittore incaricato del caso: è tra questi tre personaggi e nella tensione del rapporto che oscilla tra ostilità e attrazione, odio e amore, volontà di dominio e desiderio di abbandono e di espiazione, che si gioca tutto il romanzo, fatto di scene vive come sequenze di film, di un dialogo serrato e di una serie di interrogatori, da cui emerge a poco a poco il passato, i moventi, le ferite dell'anima e il conflitto etico presupposto da ogni scelta. Destini individuali che sono lo specchio dello smarrimento di un'epoca, la guerra civile nella Finlandia del 1918, in cui i confini tra colpa e innocenza, debolezza e ribellione a un sistema sfumano fino a rendere ambivalente ogni giudizio. L'azione si svolge in un luogo già di per sé emblematico: un'ex clinica psichiatrica dove un dottore all'avanguardia sperimentava cure ispirate a principi tolstojani, ora trasformato in campo di detenzione e sede del tribunale militare. Ed è solo attraverso l'umanità di Konsta, unico paziente rimasto e stravagante fotografo, che si può arrivare forse alla verità: disseppellendo i fantasmi, restituendo la voce di un testimone alle vittime innocenti di quella follia collettiva che è la guerra.