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Nel ripostiglio della Venèra una moneta su cinque reca l'effige dell'imperatore Aureliano (270-275 d.C.) e della consorte Severina: si tratta di ben 10.843 monete che rappresentano la più completa documentazione su questo regno "cerniera" che segna la fine dei disordini monetali del terzo secolo e preannuncia le grandi riforme della Tetrarchia e del quarto secolo. L'opera non si limita a una catalogazione del ripostiglio, ma vuole rinnovare la visione del regno di Aureliano e dei suoi principali avvenimenti. Grazie alla ricostruzione cronologica e geografica riesce ad attribuire le monete alle loro zecche di produzione, dividerle per sequenze di emissione, datarle, valutare il volume e la metrologia della serie come pure la loro diffusione nell'Impero.