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Un nuovo appuntamento con la poesia di Dario Marangio, capace di far sostare l'attenzione del lettore in un incanto di sensibilità, da dove non si vuole più andar via. Le parole-immagini incontrate in questo libro configurano un universo contiguo, quasi osmotico, di animus e anima, di natura e cultura, di maschile e femminile: la poesia sa farci ritrovare nel prima di ogni frontiera, in un'originaria completezza dell'essere, che si compie lungo un processo di riconoscimento e di dedica, di dedizione e di offerta. È nella dedica del rivolgersi intimo al tu femminile della donna amata, che l'io del poeta si ritrova vuoto di pienezza: soggetto invaso nel senso di in-vaso, nell'accoglienza germinativa dell'essere altro, pur fiorendo di sé. Con Dario si continua a viaggiare, con la presente raccolta poetica, nell'universo dell'intimità duale, dove lo sguardo è sempre un voltarsi, un rivolgersi: in effetti, cosa significa guardare profondamente, se non attendere il richiamo dell'essere guardato, al fine di sentirsi vivere nel riflesso emozionale dell'occhio dell'altro?