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«Rispetto a qualsiasi condizionamento scientifico-disciplinare, qui il paesaggio è sentito e vissuto come una scelta di libertà. Sono infatti convinto che il paesaggio non è interessante come categoria analitica per leggere l'ambiente o il territorio in termini scientifici, ma lo è in quanto contenitore di miti, sogni ed emozioni, in quanto accumulatore di metafore per capire le contraddizioni e i problemi del nostro tempo. Proprio per queste sue qualità nel campo delle rappresentazioni e nel territorio dell'estetica diventa una componente necessaria per riprogettare il mondo in cui viviamo».