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Angelo Barile aveva salutato nel 1967 l'esordio di Adriano Sansa riconoscendogli "una ricca vena inventiva, che si direbbe connaturata al suo ingegno tanto gli è propria", mentre Giorgio Manacorda nell'introduzione all''Annuario di Poesia (Castelvecchi, 1995) afferma che egli entra "autorevolmente nella letteratura italiana" con un vero e proprio canzoniere. A distanza di otto anni esce questa nuova raccolta che nasce "dall'attrito con la vita" e ne accoglie e affronta i temi in un endecasillabo "luminoso ma senza abbagli": l'amore, la morte, la città, la natura, gli spazi del cosmo, il viaggio, la morte, l'arte, le generazioni.