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Il libro che ho sotto gli occhi invita il lettore, con delicata e amichevole premura, a fare un passo indietro, a mutare l'oggetto delle nostre attenzioni. Non lasciarti trascinare dalla foga disordinata e incalzante degli eventi suggeriscono i due autori - ma soffermati: entra in uno stato di ascolto sospeso, così da cogliere il sommesso sussurro di senso che emana dai fatti secondari e misconosciuti della nostra vita quotidiana. Perché è proprio lì negli accadimenti laterali rimasti in ombra, nei teneri, anche minimi ricordi della nostra vita - che si cela per noi un messaggio prezioso e trascurato, l'indicazione di una via nuova, capace di risollevarci dal vuoto di senso, dall'analfabetismo emotivo in cui oggi ci troviamo immersi.